Felv, leucemia felina: se la conosci salvi il tuo gatto

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Felv, il virus visto al microscopio
Felv: il virus visto al microscopio

Nota: L’articolo viene periodicamente rinnovato in base ai risultati delle più recenti ricerche, se tuttavia riscontrate informazioni superate e ne avete di più recenti contattatemi per permettermi di aggiornarlo!

La FeLV, leucemia felina, è l’incubo di ogni proprietario di gatti e di ogni “gattara”, è infatti una malattia altamente infettiva ed a oggi incurabile. E’ tuttavia possibile, conoscendola, evitare il contagio al proprio gatto o, se purtroppo l’ha già contratta, tentare di rallentarne il decorso. Mi occupo di gatti FeLV dal 2010 ed in questo articolo condivido con voi quanto ho imparato in questi anni.

Se conoscete la FeLV potete salvare la vita al vostro gatto!

Felv, leucemia felina: cos’è e come si trasmette

La Felv (Feline Leukemia Virus) o leucemia felina, è una delle principali malattie infettive dei gatti ed una tra le principali cause di morte in questa specie.

E’ una malattia virale ad azione immuno-soppressiva, attacca cioè il sistema immunitario del gatto colpito rendendolo incapace di difendersi dalle infezioni a cui spesso si associano complicazioni anemiche e/o tumorali.

Si trasmette attraverso il contatto diretto con tutti i liquidi corporei di un animale infetto: sangue, secrezioni seminali, saliva, urine, feci, secrezioni nasali e lacrime.

La FeLV può quindi essere contratta sia attraverso accoppiamento e morsi, sia con la pulizia reciproca, sia con l’uso comune di ciotole e lettiere, nonché per via placentare dalla madre al feto e durante l’allattamento.

Il virus si inattiva rapidamente a contatto con l’aria (si parla di pochi minuti), per cui occorrono contatti con liquidi corporei  freschi di soggetti FeLV affinché il virus riesca a penetrare nell’organismo.

Il periodo d’incubazione della FeLV è piuttosto lungo, può andare infatti dai 3 a 36 mesi.

La presenza del virus è riscontrabile  con appositi test alcuni eseguiti ambulatorialmente ( che ricercano il virus nel sangue) ed altri in laboratorio ( che ricercano il virus nel DNA o nel midollo osseo).

La FeLV NON E’ IN ALCUN MODO TRASMISSIBILE ALL’UOMO NE AD ALTRA SPECIE ANIMALI (ad esempio cani), come ampiamente dimostrato da oltre 30 anni di ricerche.

Felv: come agisce

In un gatto sano che viene in contatto materiale organico infetto, si verifica un primo stadio d’infezione in cui il virus FeLV inizia a riprodursi all’interno del DNA delle singole cellule, partendo dalle tonsille e dai linfonodi vicini.

Dalle  tonsille e dai linfonodi vicini , il virus dopo qualche giorno comincia ad infettare i globuli bianchi, e attraverso questi arriva alla milza ed ai linfonodi intestinali, dove continua a riprodursi.

Questo primo stadio d’infezione  viene chiamato VIREMIA PRIMARIA.

In questa fase il virus è nel sangue ma non ancora nel midollo osseo. Per questo,  in caso di test, il gatto risulta positivo al test ambulatoriale ma negativo a quello di laboratorio.

A questo punto il procedere o meno dell’infezione dipende dalla risposta del sistema  immunitario ed il virus può prendere tre strade diverse.

  1. Quei gatti che mostrano un’ottima risposta immunitaria (il 40% circa) neutralizzano il virus, divenendo immuni. Alcuni di questi sviluppano anticorpi che bloccano lo sviluppo di tumori in quelle cellule già infette. Dopo poco tempo (3-6 mesi) il virus non è più presente nel sangue. Il gatto risulta negativo  ad ogni tipo di test e quindi non contagioso. Il gatto può considerarsi perfettamente sano e la sua aspettativa di vita è la stessa di un gatto che non è mai stato in contatto con il virus.
  2. Se la risposta immunitaria è invece bassa ( 30% dei gatti) l’infezione riesce a passare al secondo stadio quello della VIREMIA PERSISTENTE. In questa fase il virus arriva al  midollo osseo dove inizia ad agire provocando la formazione e l’entrata nel circolo sanguigno di  cellule anomale. In questo fase, non reversibile, il virus è presente sia nel sangue sia nel midollo osseo. Se testato, il gatto risulterà positivo sia al test ambulatoriale che a quello di laboratorio. Come immediata conseguenza si verifica l’immunosoppressione, cioè un generale indebolimento del sistema immunitario che favorirà l’insorgenza di numerose altre malattie. Il virus a questo punto è presente  in tutti i fluidi corporei ed il gatto è perennemente contagioso. L’aspettativa di vita purtroppo è limitata (da pochi mesi a 4/5 anni).
  3. Esiste però fortunatamente anche una terza strada che il virus può prendere nell’organismo di un gatto. In un 30% circa di animali l’infezione viene infatti ” congelata”, in questi casi non vi è ulteriore progressione della malattia ma neppure soppressione del virus da parte del sistema immunitario. Questa condizione viene chiamata VIREMIA LATENTE. Nella viremia latente  il virus è presente sia nel sangue che nel midollo ma è però inattivo. Il gatto appare sano e l’aspettativa di vita è del tutto imprevedibile, tuttavia è importante sapere che è costantemente contagioso. In alcuni periodi può anche risultare negativo al test Elisa. Alcuni particolari fattori, come stress o insorgenza di altre malattie, possono però riattivare improvvisamente il virus e quindi il progredire dell’infezione. E’  quindi di fondamentale importanza che questi gatti vivano in condizioni ambientali  ottimali.

Felv: i test per diagnosticarla

Esistono tre tipi di test in grado di rivelare la presenza del virus della FeLV:

  • ELISA
  • IFA
  • PCR.
Test Elisa per la rivelazione rapida del virus nel sangue
Test Elisa per la rivelazione rapida del virus nel sangue

Il test Elisa

Il test Elisa viene effettuato come screening in sede ambulatoriale ed individua la presenza degli antigeni del virus nel sangue. E’ un test  poco costoso (tra i 30 ed i  35€) e viene praticato di prassi prima della vaccinazione anti leucemica per escludere la presenza del virus. Questo test viene effettuato prelevando  una piccolissima quantità di sangue e sottoponendolo poi all’azione di un reagente. In pratica funziona come i test di gravidanza. Se il test rileva la presenza di antigeni del virus nel sangue mostrerà una linea colorata ed in questo caso  il gatto risulta ELISA positivo. Se il test non rileva gli antigeni non mostrerà  alcuna linea colorata ed il gatto risulta quindi ELISA negativo.

In caso di un Elisa+ è opportuno sottoporre il gatto anche al test IFA o PCR per una conferma definitiva dell’infezione.

In caso di Elisa- se si è certi che il gatto non è stato esposto ad alcun rischio infezione nei tre mesi precedenti, si può considerare negativo a tutti gli effetti. Se invece è stato esposto al rischio è necessario ritestarlo dopo 3 mesi in quanto il virus potrebbe essere ancora in incubazione.

L’Elisa può dare falsi negativi anche nei cuccioli sotto i sei mesi di età, per questo si consiglia di testare i cuccioli solo dopo i sei mesi. Questo test è in grado di rivelare allo stesso tempo sia il virus della FELV che quello della FIV ( leggi qui ).

Il test “IFA”

Il test IFA è eseguibile solo  presso laboratori d’analisi specializzati e ricerca le componenti proteiche del virus  nei globuli bianchi. L’IFA riesce a rilevare con la presenza del virus con una precisione del 99%. 

La “PCR”

La PCR ricerca invece il virus direttamente nel DNA, ed è in grado di riscontrarlo già dopo solo 3 settimane dal contagio. Viene eseguito solo in laboratori specializzati ed ha un costo che si aggira sugli 80/90 €.  Anche la positività riscontrata con la PCR è certa ed  “irreversibile”.

Felv: i sintomi

Attaccando il sistema immunitario la FeLV rende il gatto particolarmente sensibile a infezioni virali e batteriche che posso portare a moltissimi sintomi quali:

  • infezioni della pelle

  • infezioni delle vie respiratorie

  • gengiviti

  • stomatiti

  • anemia

  • otiti

  • diarrea

  • ittero

  • linfomi (nell’ultimo stadio della malattia)

La FeLV colpisce talvolta anche il sistema neurologico del gatto che può mostrare in tal caso sintomi quali convulsioni, zoppia e nistagmo.

Purtroppo la FeLV è una malattia molto aggressiva ed un gatto infetto quando manifesta i primi sintomi non ha un’aspettativa di vita molto lunga poiché una volta conclamata il decorso è rapido. Vi sono tuttavia gatti che vivono anni senza manifestare la malattia.

Felv: le cure

Purtroppo non esistono ad oggi cure in grado di sconfiggere la FeLV. Qualche risultato incoraggiante nel rallentarne il decorso si è avuto con l’utilizzo di alcuni farmaci  sia tradizionali che omeopatici. Vi riporto i farmaci con cui ho avuto esperienza diretta o riportata da persone che li hanno utilizzati. [Ovviamente prima di somministrare qualsiasi farmaco consultatevi con un veterinario]

La terapia con interferone felino

La cura a base di interferone felino consiste in tre cicli di cinque iniezioni sottocutanee, ripetuti a scadenze determinate ( 1°, 14° e 60° giorno) ed in dosaggio variabile a seconda del peso del gatto.

Alcuni veterinari consigliano di ricorrere a questa cura solo se il gatto inizia a manifestare i sintomi, altri a titolo preventivo, altri ancora non sono per nulla convinti dell’utilità di questa terapia.

La terapia con Interferone Felino ha un costo molto alto ( circa 500 euro per un gatto di 4 kg) e per questo è poco utilizzata e non vi sono molti casi che possono documentarne l’effettiva efficacia (personalmente l’ho utilizzato proprio in via preventiva con ottimi risultati).

La terapia omeopatica

Al di là della medicina tradizionale alcune fonti parlano di discreti risultati anche con l‘utilizzo di farmaci omeopatici come : l’ Engistol e l’ Interferone Gamma entrambi della Guna.

L’Engystol può essere usato in pastiglie somministrando una pastiglia ogni giorno a mesi alterni ( alcuni effettuano la terapia senza interruzioni). Il costo dell’ Engystol in pastiglie è di circa 12 euro per una confezione da 50 compresse.

L’Interferone Gamma 4ch è invece un interferone omeopatico da somministrare in gocce, si può somministrare al gatto nel cibo o direttamente in bocca, vengono consigliate circa 2 gocce due volte al giorno per un gatto di 5 kg. Il costo di una confezione da 30 ml è di circa 12 euro.

Felv: il vaccino

Per evitare l’infezione da FeLV esiste per fortuna da anni un vaccino che offre una copertura di oltre il 90% nei confronti della malattia.

Si consiglia quindi di vaccinare tutti quei gatti che hanno possibilità di contrarre l’infezione, cioè tutti i gatti che escono di casa o che convivono con gatti FeLV positivi.

I gatti devono essere sempre testati prima di essere vaccinati. La prima volta che si effettua la vaccinazione sono necessarie due iniezioni a distanza di circa tre settimane l’una dall’altra e la copertura  completa si avrà circa dopo due settimane dal secondo richiamo.  Il vaccino va poi effettuato ogni anno, in una singola iniezione, per garantire una protezione costante.

Articoli collegati:

Articolo di ©Sabrina Musetti, riproduzione vietata senza citare la fonte. 

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Note:

L’articolo viene periodicamente rinnovato in base ai risultati delle più recenti ricerche, se tuttavia riscontrate informazioni superate e ne avete di più recenti contattatemi per permettermi di aggiornarlo!

Attenzione:

l’articolo si basa sulle mie ricerche e sulla mia esperienza (mi occupo costantemente di gatti felv da undici anni) ma non sono un veterinario, quindi consultatene sempre uno, non esitando però a consultarne altri se non vi sembra sufficientemente preparato sulla Felv!

Articolo di ©SaTiky, riproduzione vietata.

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6 pensieri su “Felv, leucemia felina: se la conosci salvi il tuo gatto

  1. Grazie per aver spiegato nel dettaglio queste terribili malattie .
    Ho perso la mia gatta da qualche giorno a causa della fiv e felv, aveva 7 anni .
    La cosa che più mi ha sconvolto é stato il rapido decadimento , 5 maledetti giorni ed é morta .
    L’intervento del vet purtroppo non é servito .
    Sono addolorata per aver perso la mia dolcissima Poppy .
    Ho un altro gatto preso circa 2 anni fa in un rifugio fiv e felv positivo, senza un occhio ( nessuno lo avrebbe mai adottato ) io si . La mia Poppy era gia positiva quindi non poteva cambiare la situazione.
    Red sembra stare bene , è un gran mangione , spero viva il più a lungo possibile , anche se so che non ci sono speranze di guarigione.
    Ringrazio comunque per aver spiegato le altenative per cercare di dare ai nostri pelosetti le migliori cure . Grazie di cuore …. Silvia

    1. Grazie a te peer aver fatto spazio nella tua vita a queste creature! Capisco bene il tuo dolore per la perdita di Poppy, un forte abbraccio e tante carezze a Red!

  2. Ho letto attentamente l’articolo, devo dire molto chiaro ed esaustivo. Ho scoperto ieri che purtroppo il mio gatto ha contratto la malattia e sono seriamente preoccupata. So che le sue aspettative di vita non saranno lunghe e questo mi addolora moltissimo, ma insieme al mio veterinario cerchiamo di fare il meglio possibile

    1. Ciao! Grazie per avermi letto! Mi dispiace molto per il tuo gatto, occupandomi di felv so benissimo come ti senti… Ma come hai detto l’importante è fare il meglio per lui e donargli tanto, tanto amore! Ed in ogni caso tieni a mente che ci sono gatti che nonostante la felv hanno vissuto vari anni, la mia Tiky ben 9 ed ottimamente, ne ho altri 3 Tabby, Renny e Figaro che hanno circa 6/7 anni e stanno benissimo. Ho inoltre raccolto storie di gatti felv arrivati anche ai 15 ed addirittura i 17, certo queste sono eccezioni straordinarie ma questo per dirti che ogni caso è a sé e non è matematico che un felv viva solo pochi anni! Forza e in bocca al lupo al tuo piccolo e a te!!! Sabrina

  3. blog utilissimo e chiaro! sn responsabile di colonia felina in provincia di viterbo cn un alta presenza di gatti felv+. avrei bisogno di contattare centri veterinari specializzati: potete aiutarmi? grazie!

    1. Ciao! Purtroppo non esistono veri e propri centri specializzati… Devi valutare tra le cliniche e gli ambulatori della tua zona quali ti sembrano più preparati in materia.

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